Simulazione o arcade? Il rapporto tra sport e videogiochi

L'eterna lotta tra il divertimento ed il realismo da sempre infesta le lande videoludiche. Ma c'è veramente un vincitore?

Editoriale di Salvatore Cardone

Spesso e volentieri, il modo migliore per evadere dalla monotonia della vita di tutti i giorni è quello di rifugiarsi in qualcosa di straordinario, che poco ha da spartire con la realtà che ci circonda.

Che sia una saga di libri fantasy, una serie tv di fantascienza o un bel film d’azione di cui i protagonisti si rendono di protagonisti di gesta improbabili poco importa. L’importante è, anche solo per un attimo, evadere dalla realtà, fantasticare.

Il contesto videoludico, però, ancora una volta tende a differenziarsi dalla massa, offrendo una visione non diversa ma più complessa e variegata della situazione.

Non sempre, infatti, ciò che si distacca dalla realtà affascina il videogiocatore, specialmente se si considerano alcuni tipi di videogiochi.

Grande scalpore, ad esempio, ha suscitato recentemente Kingdom Come: Deliverance. Il titolo, nell’enfatizzare fin troppo la simulazione di una vita reale, ha finito per stancare e soprattutto scoraggiare la grande maggioranza dei videogiocatori.

La realtà dei fatti è che, in fin dei conti, l’animo umano si rapporta più facilmente con le situazioni più improbabili. Tutto questo, però, cambia completamente se si rapporta la questione ad una delle tipologie di giochi più amate e – soprattutto – vendute: gli sportivi.

Giocare a calcio, a basket o guidare una monoposto di Formula 1, pad alla mano, è un’esperienza sacrosanta per la maggior parte dei videogiocatori, divisi però, da sempre, da una scottante domanda: simulazione o arcade?

Il confine tra il divertimento e la fedeltà alla controparte reale, nei videogiochi sportivi, è più sottile di ciò che potrebbe sembrare ma riesce, nonostante tutto, a cambiare completamente la concezione che un acquirente ha di una determinata saga.

Basti pensare, ad esempio, all’eterna rivalità tra PES e FIFA, due titoli che offrono una visione completamente diversa del gioco del pallone e che da sempre riescono a generare grosse rivalità anche tra gli amici di vecchia data.

Se da un lato gli sviluppatori nipponici di KONAMI hanno fatto all-in sul gameplay, rendendo ogni singola partita spaventosamente realistica e simile alla controparte reale, in Electronic Arts, lentamente, si è deciso di spostare le attenzioni su un gran numero modalità di gioco (alcune veramente splendide) e su un gameplay più frenetico e votato al puro divertimento, lontano però dalle situazioni reali. Il colossale Ultimate Team, ad esempio, ha spaccato in due l’utenza, anche quella degli estimatori di FIFA stessi. Lì, ancor di più rispetto a tutte le altre modalità che il calcistico offre, la natura arcade del titolo semplicemente esplode, ponendo nelle mani del puro divertimento l’intero compito (riuscito perfettamente) di tenere incollati allo schermo milioni di utenti.

La grande rivalità intestina, però, non intacca quella più generale con gli “acerrimi” nemici di PES. La visione del calcio completamente votata al fotorealismo e che quasi non si cura di modalità di gioco ed elementi di contorno vari non può che essere totalmente inaccettabile per tutti i fan di FIFA.

Situazione molto simile – ma non del tutto – avviene anche se si dà uno sguardo al mondo della pallacanestro videoludica. Le serie NBA Live ed NBA 2K offrono, ancora una volta, una visione completamente differente del modo di interpretare uno degli sport di squadra più amati al mondo.

Costretta a rincorrere lo strapotere di Visual Concepts, Electronic Arts, ancora una volta, ha deciso di puntare tutto sulla spettacolarità, sulle modalità di gioco e, soprattutto, su un gameplay più accessibile e meno complesso da padroneggiare di quello della concorrenza. Sia chiaro, diversamente da ciò che accade con FIFA e PES, la differenza di qualità tra i due cestistici è ancora tanta e si vede.

Il livello qualitativo raggiunto nel corso degli anni dalla serie 2K, infatti, appare ancora oggi una spanna al di sopra di ogni altra iterazione sportiva in generale, ma è comunque – minimamente – macchiato da un eccessivo sbilanciamento della giocabilità, che a volte ricerca talmente il realismo da risultare frustrante.

Per questo motivo, siamo fiduciosi sul fatto che EA, sulle basi dei due ultimi ottimi capitoli della saga NBA Live, possa, nel giro di qualche anno, iniziare a dar filo da torciere alla saga targata Visual Concepts, e non soltanto basandosi sul grado di realismo dei titoli.

Discorso simile anche per quanto concerne i giochi di corsa. Le fazioni, anche in questo caso, sono fondamentalmente due: i simulatori di guida ed i giochi di corse arcade.

Da un lato, quindi, è possibile provare l’ebrezza di sentirsi veramente alla guida di bolidi di ogni sorta in giochi come Project Cars ed Assetto Corsa; dall’altro, invece, c’è tutta la frenesia e l’adrenalina di quei giochi che interpretano un viaggio in auto come una vera e propria battaglia contro il tempo, gli ostacoli e gli avversari vari.

Need For Speed e Forza Horizon sono gli esponenti più illustri di questa tipologia di giochi di corse, grandi autori di momenti di puro divertimento.

La verità dietro al quesito di fondo è, chiaramente, nel mezzo: ognuno ha i suoi gusti e nessuno è superiore a quello degli altri.

Personalmente, sono del partito dei giochi più divertenti e meno imbrigliati in una ricerca ossessiva del realismo, che spesso si tramuta in una sorta di binari dai quali è impossibile spostarsi. Questo, però, ad eccezione di NBA 2K, gioco di cui sono appassionato sin da quando ho memoria.

E voi, invece, a quale delle fazioni appartenete? Amanti della simulazione o dello spettacolo? Parliamone insieme!

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