Il Bugiardino Videoludico

Bambini e videogiochi: a che età iniziare a giocare?

Videogiochi istruzioni per l’uso. In questa rubrica ho analizzato alcune tematiche calde del mondo dei videogiochi soprattutto indirizzate ai genitori che devono monitorare e regolamentare questa attività ludica nella vita dei propri figli. l’età migliore per iniziare a giocare rappresenta uno dei nodi fondamentali del difficilissimo ruolo di genitore. Cercherò quindi, basandomi su alcune ricerche mediche ma anche su esperienza personale diretta, di capire quando avviare i bambini al mondo dei videogiochi. Sottolineo ancora una volta che non si tratta di una ricetta perfetta, né di una imposizione da eseguire in un preciso giorno della vita di un figlio. Le scelte sull’educazione spettano ai genitori che possono andare alla ricerca di consigli e suggerimenti per trovare la via che reputano più corretta. Questo articolo e questa rubrica sono un suggerimento, una traccia con la quale entrare più in contatto con il mondo dei videogiochi e capire meglio in che direzione si vuole andare o quali mezzi e stratagemmi i genitori hanno a disposizione.

Bambini e videogiochi pro e contro

L’opinione pubblica generalista molto spesso si è scagliata contro i videogiochi considerati violenti etichettandoli spesso come un male della contemporaneità. In più occasioni abbiamo spiegato come dietro le notizie di videogiochi e violenza ci sia pressapochismo e si colga la facile opportunità di creare polemica e rumore. Siamo nell’era delle fake news ma soprattutto delle notizie gonfiate, monche ed edulcorate per creare più interesse e vendere di più. La notizia oggi non si dà, si vende. Dopo questa necessaria puntualizzazione, c’è bisogno di capire che i videogiochi hanno aspetti positivi e negativi. Quelli negativi sono stati ampiamente esposti negli anni: rischio di sedentarietà eccessiva, possibili disturbi della vista, estraniamento dalla realtà, eccessivo senso di potere e controllo, rischi di deficit dell’attenzione e di dipendenza da videogiochi (di cui abbiamo già trattato cause e contromisure nel Bugiardino Videoludico).

 

Quando è troppo presto per giocare ai videogiochi?

 

Quello che viene tuttavia omesso è che esistono anche aspetti positivi che vanno tenuti in considerazione sulla bilancia dei pro e dei contro. I videogiochi offrono i seguenti aspetti positivi:

  • l’approccio diretto al pensiero tecnologico e al suo utilizzo;
  • stimolazione di processi mentali, mnemonici e pensiero induttivo;
  • capacità di calcolo e di formulazione di strategie vincenti (problem solving);
  • la coordinazione occhio-mano e incremento dei riflessi.

Per di più il fattore “gioco” contenuto nei videogiochi offre opportunità di socializzazione, di incoraggiamento all’attività fisica, di condivisione del tempo libero con i genitori.

Necessaria è una precisazione: non tutti i videogiochi sono educativi ed eccessivamente densi di queste caratteristiche. Alcuni sono più votati all’intrattenimento puro, così come lo sono alcuni programmi televisivi, per esempio. Va scelto con cura quindi il primo videogioco per un bambino, ma di questo ne parleremo nel prossimo numero del Bugiardino Videoludico.

A che età il primo videogioco?

Sull’età più adatta per avere tra le mani il primo videogioco si è parlato e discusso in più occasioni con molte opinioni diversificate tra sociologi, psicologi e medici. Benché quindi non esista una tesi univoca la mia personale esperienza mi porta a propendere verso una età prescolare libera da videogiochi. In quel periodo si è molto più permeabili per quel che riguarda la manualità, la scoperta del mondo esterno e il contatto diretto con la natura, i suoi pericoli e le sue bellezze. In quel periodo i bambini dovrebbero essere stimolati dalla realtà e non dai mondi artificiali.

 

Troppo piccoli per lo schermo e per i videogiochi.

 

A corroborare la mia opinione ci sono alcuni studi che hanno infatti rivelato che ci possono essere addirittura rischi per la crescita del cervello e sulle facoltà cognitive dei bambini che hanno una precoce interazione con schermi e mondi digitali. Per questo, alcuni studiosi propendono verso l’applicazione della “regola del 3-6-9-12” che si sviluppa attraverso i seguenti passi:

  • Fino dei 3 anni: nessun contatto con alcuno schermo (TV e smartphone compresi);
  • Fino a 6 anni: nessun contatto con gioco interattivo (dai 7 si sviluppano alcune facoltà intellettive legate al senso logico). Solo dopo questa età quindi è consigliato di dare accesso ai videogiochi; 
  • Fino a 9 anni: nessun accesso a internet (o ridotto a contenuti supervisionati e kids friendly).
  • A partire da 12 anni: navigazione internet libera anche se vincolata al parental control (che si può attivare facilmente anche sulle console).

Comprendo che si tratta di un difficile modo di gestire la tecnologia considerati i tempi moderni ma questi piccoli gesti possono rendere migliore la crescita del bambino. A questo va aggiunto ovviamente il necessario controllo sui titoli proposti a partire dai 6 anni che devono quanto più possibili essere controllati attraverso la guida del PEGI.

Genitori presenti e partecipativi

Come suggerisce la regola appena citata, i genitori devono essere parte attiva di questo processo di gestione e regolamentazione dell’accesso a schermi e videogiochi. Da genitori non si può prescindere quindi dal supervisionare il tempo trascorso dal proprio figlio davanti a uno schermo per un tempo che nei primi anni comunque non dovrebbe superare le due ore giornaliere. Questo comporta la possibilità aggiuntiva di essere presenti nei tempi di gioco o addirittura, dove non fosse possibile, impostare delle limitazioni di tempo nell’uso dei videogiochi direttamente tramite le console su cui il proprio bambino gioca.

 

Giocare con i propri figli è il miglior modo di monitorare e partecipare allo stesso tempo.

 

Allo stesso modo, per massimizzare gli aspetti positivi dell’uso dei videogiochi va incentivato l’uso di videogiochi in compagnia di fratelli rispetto all’uso solitario che potrebbe portare minori benefici. L’ideale sarebbe condividere i videogiochi con i propri figli per aumentare anche la complicità con essi soprattutto nel periodo di formazione scolastica dove iniziano a passare più tempo fuori casa.

I videogiochi hanno aspetti positivi quindi e possono aiutare il processo di crescita dei bambini e ragazzi. Basta dare un’occhiata alla rubrica Videogiochi e Salute per capire che ci sono tante opportunità di crescita come ad esempio quella di imparare le lingue straniere con i videogiochi. Tuttavia è necessario capire che il bambino ha bisogno di diversificare le proprie attività nei vari passaggi della sua crescita e l’accesso troppo precoce potrebbe avere troppi svantaggi rispetto ai vantaggi. Ai genitori tocca l’arduo compito di fare da filtro e far sì che la tecnologia e i videogiochi diano ai figli solo effetti positivi limitandone l’uso quando essi rischiano di generarne di negativi.

 

Fonti
Scienza e conoscenza -Che effetto hanno i videogiochi sui bambini?

Scienza e conoscenza – I videogiochi sono sicuri per i tuoi bambini?

Parent.com

The Guardian

Francesco Pagano

Dalla sua Mansion nel Sannio ha percorso l'universo in Tuta Phazon, visitando regni brulicanti di Koopa e Pietre Sheikah. Cinema, borad game e birra artigianale le altre passioni.

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