Silent Hill 2: note dall’inferno

Un incubo tormentato dalle tracce di Akira Yamaoka

Rubrica di Giuseppe Fragola

Nel 2001 su PlayStation 2 calarono le tenebre: Silent Hill 2 di Konami fece il suo debutto e il concetto di “terrore” prese un nuovo significato. Resident Evil di Capcom giocava sullo spavento, come quello che rischiò di uccidere d’infarto metà dei videogiocatori di tutto il mondo, quando un dannato dobermann sfondò le finestre della celebre villa. In Silent Hill no, non era così semplice.

Il problema è che quando ti ritrovi in Silent Hill, è già “Game Over”. L’inferno ti ha già preso, ed ogni incubo mai concepito dalla tua mente può osservarti dritto negli occhi, davanti a te, seminascosto da una coltre di nebbia. Una pioggia di cenere continua incessante a cadere, a voler togliere ogni luce, ogni speranza. Tutto diventa nero (rosso ruggine, quando va bene) e il cuore non trova pace. Incessante non è solo la cenere che viene giù, ma il suono fastidioso di scariche elettriche che disturbano la mente, l’udito, i sensi… Disturbano.

Silent Hill 2

L’incubo che prende vita in Silent Hill 2 deve molto ai brani composti da Akira Yamaoka, per il quale anche il silenzio è un suono. Rumori metallici si avvinghiano famelici su candide note di pianoforte, come lava che brucia lo stelo di un candido fiore, punta dritto ai suoi petali, per strappare ogni traccia di bellezza, ché in Silent Hill 2 tutto è incubo, la vita cede il passo alla rovina, alla distruzione, alla morte infine. “In Silent Hill 2 la paura è quello che non puoi vedere. Se sai che c’è qualcosa intorno a te, ma ti è impossibile vederla, vieni terrorizzato nel profondo”, dichiarava Imamura Akihiro nel Making Of del gioco (poi dicono che i giochi digitali sono migliori… osservate le foto in galleria e ne riparliamo).

“Anche il silenzio è un suono” -Akira Yamaoka

Le colonne sonore dei film non hanno ispirato il mio lavoro per la creazione della colonna sonora di Silent Hill 2. Questo è semplicemente il mio stile“, esordiva Yamaoka nell’intervista realizzata da “FUN TV” nel 2001. “Ho basato la mia musica su una melodia molto triste, ma incalzata da un ritmo forte. Volevo essere sicuro che la gente notasse un qualcosa di diverso nella mia musica“.

Yamaoka si esprime poi in relazione all’altro grande titolo appartenente al genere horror, diretto concorrente di Silent Hill; Resident Evil di Konami. “I suoni in Resident Evil sono piuttosto classici. Voglio dire, siamo abituati ad ascoltarli, sono quelli che ci aspetteremmo di sentire in situazioni del genere. Per Silent Hill 2 ho davvero cercato di creare qualcosa che potesse stupire il giocatore, qualcosa che sfidasse la sua stessa immaginazione, come se i suoni penetrassero la pelle“. Dargli torto? Impossibile. I suoni stridenti della lama arrugginita trascinata da Pyramid Head li sogno ancora oggi. Ed Akira infatti sottolineò: “Ho voluto creare una reazione fisica nel giocatore, sensazioni forti di apprensione e disagio”.

“Il lavoro di un sound designer non è soltanto quello di creare dei suoni, ma di comunicare con il giocatore attraverso di essi. Per fare questo, è importante saper utilizzare in maniera corretta anche il silenzio”, aggiunge Yamaoka. La mente corre dunque ai ricordi di porte che si aprivano sul buio assoluto, nel silenzio più assordante, mentre nel cuore cresceva l’ansia, il terrore, di poter ascoltare da un istante all’altro scariche dalla radiolina, conferma della presenza di un male che alitava sul collo, in costante contrasto tra luce e ombra, lucidità e follia.

Silent Hill 2

Dall’ospedale Brookhaven alla marcescente prigione Toluca, dalle calde luci del Neely’s Bar agli appartamenti di Wood Side e Blue Creek. Tra strade dedicate agli autori che hanno dato spunti per la trama di Silent Hill (Carroll, Davis, Sandford…) a zone all’aperto il cui orizzonte è costantemente nascosto agli occhi da una nebbia che, di diradarsi, non ne vuole sapere. Strade, palazzi, strutture (tutte zone ispirate alla città di San Bruno in California) sprofondate nell’incubo, dove l’Hotel Lake View è il “faro”, la salvezza e la fine dell’incubo (o l’inizio di un altro…?).

La Silent Hill 2 Original Soundtrack è composta da trenta tracce. Theme of Laura è il tema principale, quindi il brano che ha dato un’anima al trailer che presentò il videogame al mondo, per la prima volta, nel 2000. Insieme al brano Promise, è la migliore canzone presente nella raccolta. Sulle note di Promise Maria pronuncia a James: “I’m not your Mary“, e Theme of Laura lega il giocatore a momenti profondi, intensi. La dolcezza di Mary contrapposta all’esplosività di Maria, acqua santa e fiamme dell’inferno che si danno battaglia nella mente di James, il protagonista di Silent Hill 2. In questi due brani risplendono le note e le capacità artistiche di Akira Yamaoka.

Forest sale lentamente, come vento tra alberi colpiti dal freddo. Archi e pianoforte danno vita a questa dolce melodia, prima che i suoni metallici di A World of Madness colpiscano il giocatore riportandolo alla triste realtà. Ordinary Vanity una triste melodia viene “colpita” da suoni che sembrano essere dei passi (o degli spari…?), quando poi tutto esplode in  Ashes and Ghost, dove dei tamburi danno vita ad un ritmo veloce e brutale. Note di pianoforte accarezzano dolcemente il suono di un violoncello in Null Moon, così come un respiro, lento e disturbato, si alterna a brevi disturbi radio in Heaven’s Night. Alone in the Town avvolge le proprie note in una eco cupa e affogata, facendo quasi respirare la cenere che, dall’esterno, cerca di annerire anche gli interni delle abitazioni.

Ancora tamburi, mentre il terrificante suono distorto di una spada arrugginita che stride sul terreno si avvicina in The Darkness that lurks in our mind, prima che sonorità rock esplodano in Angel’s Thanatos, le cui note squarciano per qualche minuto l’oscurità che avvolge James. Come onde del mare che si avvicinano alla riva e poi si allontanano, per poi ritornare ancora, il ritmo rallenta, scendono i battiti del cuore, e una struggente melodia forgiata da sole note di pianoforte brilla nell’oscurità in “Magdalene“.

“Yamaoka ha soffiato sul codice del titolo Konami donando ad esso un’anima”

A squarciare ogni ombra è poi la fantastica chitarra che risuona in Love Psalm, che poi rallenta, riprende fiato, quasi fino a farsi sovrastare dalla batteria in sottofondo, per poi riprendere il volo, come quando il bene ha la meglio sul male (in Silent Hill… triste illusione) e si attorciglia sul bridge fino alle ultime note, insistente, ripetitiva. Ma bella. Necessaria. Tutto ancora una volta ripiomba nell’incubo in Silent Heaven, suoni che squarciano il silenzio, battiti di un cuore logoro dal dolore pongono fine a una melodia generata dalle profondità dell’inferno.

E poi, parole… Quelle recitate dalla doppiatrice di Laura (Jacquelyn Breckenridge) in The Reverse Will, che recita una filastrocca per bambini intitolata Now I Lay Me Down to Sleep:

“Now I lay me down to sleep. I pray the Lord my soul to keep. If I should die before I wake. I pray the Lord my soul to take”.

Precipitano nell’abisso le dolci note di Laura Plays the Piano, nel perfetto silenzio del terrore, prima che in True una bellissima melodia suonata al pianoforte venga accompagnata da uno struggente violoncello e quando tutto rallenta, come un orologio, il suono della batteria scandisce il tempo. Un tempo che di “Vero” ha ben poco, in questo incubo chiamato Silent Hill. In Overdose Delusion due chitarre elettriche, l’una che si avvolge sulle note dell’altra, prima di esplodere in un acuto che tocca l’anima, poi suoni forti stringono il cuore e tolgono il fiato, mentre il fade out spegne le velleità di trionfo delle note acute sui suoni freddi e distorti, che crollano lentamente nel silenzio.

Silent Hill 2 è forse la più grande rappresentazione digitale dell’incubo, dell’inferno, del male. Yamaoka ha soffiato sul codice del titolo Konami donando ad esso un’anima, facendola vibrare di note acute, ritmi accesi, tormentandola infine da suoni freddi e privi di ogni luce. Nelle note della colonna sonora di questo capolavoro horror si alternano dolore e speranza, respiro e assenza di esso. Come una fiamma che è vicina a cedere il passo all’oscurità, e allora si ribella, brilla sempre più forte, ogni volta che l’ombra sembra essere vicina al prenderne il sopravvento. Un’infinita alternanza di luce e ombra, scandita dalle note di una chitarra che ha lasciato il segno.

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