Da Splatoon 2 a Splatoon 3: l’intervista tripla alla community italiana

Un admin della community italiana, un player attivo e uno che ha smesso di giocare ci raccontano cosa vorrebbero da Splatoon 3

Speciale di Francesco Pagano

L’annuncio di Splatoon 3 per Nintendo Switch è arrivato un po’ a sorpresa tra quelli del Direct del 18 febbraio 2021. Il secondo capitolo ha dato il suo contributo al successo di Nintendo Switch nell’anno di lancio e ha creato una community di giocatori nutrita e vivace sia in Italia che all’estero. Il successo di questo titolo multigiocatore lo ha portato perfino all’interno dei tornei ufficiali Nintendo fino al 2019, poi un grande flessione di pubblico e di interesse e  ora questo nuovo capitolo in arrivo nel 2022.

Per capire cosa significa Splatoon per Nintendo e per i giocatori abbiamo fatto qualche domanda a chi il gioco e la scena competitiva le ha vissute direttamente e intensamente. Nello specifico abbiamo contattato un giocatore che ha mollato il gioco, uno ancora attivo nel competitivo (entrambi con un bel curriculum di prestazioni e vittorie in tornei italiani ed esteri) e uno dei responsabili della community italiana di Splatoon. Nell’ordine Daniel “Kray” Carozzo, Matteo “Volto” Voltolini e Alessandro “El Vando” Vandini.

Ti aspettavi l’annuncio di Splatoon 3?

Daniel “Kray”: No, ma non era tra gli annunci possibili quello più improbabile. Era da quasi un anno che ripetevo che era improbabile un imminente annuncio e non mi sono reso conto del tempo che passava. Le tempistiche per permettere uno sviluppo non irrisorio c’erano, l’engine era già fatto, molte meccaniche di base non cambiano e l’annuncio è almeno a distanza di un anno dall’effettiva uscita del gioco, se non più.
Matteo “Volto”: Per niente, è stata una bella sorpresa. Continuavo a ripetere di abbassare le aspettative, e che un seguito a Splatoon 2 era ancora lontano. Quando ho visto il titolo comparire sullo schermo ero completamente sbigottito, non mi sembrava vero.
Alessandro “El Vando”: Onestamente me lo sarei aspettato prima. Visto l’andamento del gioco dal lancio, a livello globale, mi sarei aspettato quantomeno un teaser mesi addietro, pur sapendo che il team delegato stava lavorando su AC e non avrebbe potuto gestire due IP contemporaneamente.

Dopo cinque anni era giusto avere un capitolo totalmente nuovo o sarebbe stato meglio continuare con un maggiore supporto a Splatoon 2?

Kray: Direi che era giusto un nuovo capitolo. Paragonare questo titolo a Smash è molto forzata come cosa, Splatoon per molteplicità di fattori invecchia prima e non c’è molto da fare. Sinceramente ho apprezzato molto il fatto che Nintendo si sia resa conto che un anno di aggiornamenti e due per il supporto annunciati a inizio gioco erano pochi e avrebbero fatto morire il gioco troppo rapidamente, aggiungendo anche il DLC fecero una bella mossa. Un anno di supporto è veramente poco, ricordo ancora nel 2017 e nel 2018 con ansia il mercoledì alle 11 quando refreshavo la pagina di SplatoonJP a ricreazione per sapere se c’erano novità. Per quanto riguarda comparato a Mario Kart che non vede un nuovo capitolo da un bel po’ di anni possiamo discuterne, ma forse è appunto quello il problema, non il fatto che Splatoon esca “troppo di frequente”, sono sempre 4 anni…
Volto: Quello di Splatoon è un mondo in costante evoluzione, e se non creassero seguiti non avrebbero la possibilità di proseguire la storia con gli eventi che accadono dopo l’ultimo Festival e come è cambiata Coloropoli in quel periodo di tempo. Allo stesso tempo ripartendo da zero con Splatoon 3 vedremo una rivoluzione totale del gameplay, delle mappe, e di ogni arma del gioco, cose difficili da ottenere senza un nuovo gioco. Per quanto riguarda gli aggiornamenti, il gioco ha ricevuto nuove armi a un ritmo costante per più di due anni, e tutt’ora gli sviluppatori stanno rilasciando delle patch di bilanciamento, quindi credo che in quell’ambito abbiano già fatto abbastanza.
El Vando: Domanda difficile che mi sono posto anche personalmente dopo l’annuncio. Se il prossimo capitolo dovesse avere le stesse limitazioni hardware e software di questo capitolo secondo me si sarebbe potuto far uscire DLC e tenere l’attuale capitolo. Dato che questo non è accaduto immagino – e spero – che la struttura online e della console siano completamente diverse (e penso alla fantomatica Switch Pro) tanto da non valere più di un corposo DLC.

Facciamo un passo indietro, Splatoon 2 è stato un punto fermo di Switch nel suo anno di lancio, fino a dare forma a una scena competitiva popolata. Cosa ti ha entusiasmato al punto da provare il gioco per la prima volta?

Kray: Mi sono appassionato in maniera seria a Nintendo con Switch. Ho sempre avuto console Nintendo ma anche per via dell’età non ero ancora molto legato. Avevo già adocchiato Splatoon ma non avevo né Wii U né wi-fi. Poi lo rividi alla presentazione di Switch. Mi sono sempre detto che avrei preso comunque Switch anche solo per Splatoon e credo ancora nella mia scelta.
Volto: Avendo già spolpato il primo gioco su Wii U ovviamente ero molto curioso di vedere come sarebbe andata avanti la storia, come si sarebbe evoluto il mondo di gioco, e ovviamente non vedevo l’ora di provare le nuove mappe, armi e meccaniche. Il competitivo l’ho iniziato per consiglio di qualche amico, e tre anni dopo eccoci qua.
El Vando: Ero già stato molto incuriosito da Splatoon 1, capace di trionfare come miglior sparatutto ai The Game Awards 2015, quando è uscito il secondo episodio per me è stato naturale comprarlo. Non appena provato non sono più riuscito a farne a meno, il sistema di gioco, la possibilità dei sensori di movimento, il sistema di rank, per me era davvero un sogno divenuto realtà. Devo però dire che se non ci fosse stata la community messa insieme da Ludovica “Ekate” Tredici probabilmente non mi sarei immerso in maniera così totale all’interno del gioco e dell’ambiente, così come quasi tutti quelli che ho conosciuto giocando.

Fin dal 2017 il gioco si è posto come uno dei punti forti della lineup competitiva Nintendo, ma poi c’è stato un lento declino. Cosa è successo?

Kray: Beh, è una situazione un po’ complicata. Nintendo non credo sia ancora completamente pronta a predisporre degli scenari eSport per i titoli che sforna. Questo si nota sia su Smash che su Splatoon. L’organigramma che gestisce tornei e competizioni è poco delineato. Nintendo Europe sembra limitarsi ad affidare la scena competitiva a delle aziende terze che poi possono agire più o meno in maniera adeguata. Non bastano i soldi ma serve un’organizzazione generale che al momento non sembra esserci.
Volto: Ci sono diversi fattori a cui si può attribuire il declino del gioco. In primo luogo Nintendo non è riuscita ad ascoltare pienamente i feedback dei giocatori e non sempre gli organizzatori si sono rivelati competenti, cosa che ha portato a una rapida perdita di interesse verso il campionato italiano. In secondo luogo credo che la community abbia fatto un grosso errore nei primi due anni del gioco: affidare esclusivamente a una singola organizzazione il compito di organizzare eventi competitivi italiani. Quasi nessun giocatore al di fuori di quella organizzazione ha mai creato dei tornei, quindi col tempo i membri della community non interessati a competere al di fuori dell’Italia si sono convinti che il gioco fosse morto e si sono allontanati.
El Vando: Siamo sicuri che ci sia stato questo lento declino? Perché, se sicuramente il lato competitivo dopo gli ultimi European Championship è andato a spegnersi anche a causa della situazione pandemica mondiale, il gioco è davvero molto vivo ed attivo, ci sono tantissimi giocatori in tutte le modalità e gli Splatfest proposti anche dopo la fine del supporto sono stati eventi giocati da milioni di giocatori. Il declino del competitivo, com’è normale in questo periodo c’è stato e fino a che non si tornerà a poter giocare live, almeno le fasi finali, sarà molto difficile che ci sia un ritorno. Questo però succede per tutti i giochi Nintendo con una scena. Sappiamo bene delle difficoltà dell’hardware in alcuni frangenti. Forzare una competizione non sarebbe saggio.

Cosa manca alla serie Splatoon per poter consolidare la sua posizione nel panorama degli eSport?

Kray: Come dicevo prima serve una struttura che possa permettere ciò: dei responsabili che sono incaricati solo di organizzare e non dei delegati. Parlando invece più a livello informatico, il gioco non sembra presentare difetti a qualcuno che gioca per divertirsi, ma rispetto al capitolo precedente (che a livello di networking girava a 25Hz), questo gira a 15Hz per permettere a più giocatori di giocare. In altri giochi che si definiscono competitivi arriviamo a cifre più alte, 60Hz mi pare. A livello di grafica abbiamo un 864p 60 fps che non è il massimo ma è giocabile.
Volto: Se Nintendo vuole vedere Splatoon crescere come eSport la cosa migliore da fare ovviamente sarebbe investire soldi nel competitivo. In alternativa devono innanzitutto riconoscere l’importanza della community, dare più spazio ai giocatori e creare interesse verso la scena sfruttando i social network, come fanno già in Francia, Regno Unito e Giappone. Ricordo ad esempio che al tempo né Nintendo Italia né ESL annunciavano i risultati dei loro campionati ufficiali. Serve poi organizzare dei campionati ufficiali che seguano dei format piacevoli e meno stancanti. Non possono continuare a far durare i loro campionati per mesi e mesi aspettandosi che i giocatori restino attivi.
El Vando: Nintendo ha fatto molto, più di quanto mi aspettassi per aiutare il competitivo. Tutte le manifestazioni che ho/abbiamo organizzato in Italia come community sono sempre state a partecipazione gratuita con premi messi in palio da Nintendo e non credo sia cosa da poco. Sfido a trovare di meglio in giro per tornei di questo livello. Un articolo di Emilio Cozzi sugli European Championship recitava testualmente “Nintendo è seduta su un tesoro” parlando di Splatoon 2 e non posso essere più d’accordo di così. La politica della compagnia è comunque sempre stata chiara sia per Splatoon sia per qualsiasi altro titolo multigiocatore: competizione sì ma la priorità è il divertimento per tutti. Cambieranno le cose? Non credo, ma credo anche che ce la passiamo meglio di tanti altri titoli che non possono contare su un’azienda come Nintendo.

Quali sono i punti di forza della serie Splatoon?

Kray: Splatoon 2 è un gioco che viene inserito nella categoria degli sparatutto ma spesso e volentieri viene definito anche dalla stessa Nintendo uno “splattatutto”. Le meccaniche con le quali ci si concentra principalmente nella fare kill vengono meno. C’è da dire che effettivamente non c’è nessun altro gioco che abbia meccaniche così originali all’interno di questo genere.
Volto: L’impatto visivo di sicuro. Quando guardi Splatoon difficilmente ti viene in mente un altro gioco simile. Poi c’è la sua semplicità. É molto facile imparare a giocare; tutti hanno le stesse opzioni di movimento che il giocatore impara a sfruttarle in modo sempre più creativo.
El Vando: Nintendo ha il talento innato di creare giochi che possono essere giocati sia in maniera molto scanzonata, permettendo un divertimento enorme anche ai giocatori casual, sia in maniera approfondita perché quando vai ad immergerti nelle meccaniche di gioco e nella complessità delle tattiche attuabili ti accorgi che c’è stata un’attenzione ai dettagli non scontata per il tipo di gioco. Splatoon è un gioco che tatticamente è davvero un sogno, le possibilità di studiare ed attuare tattiche anche molto complesse sono infinite e questa è stata la scintilla che ha fatto scattare il lato competitivo del gioco.

Quali i punti deboli?

Kray: I punti deboli lato tecnico li ho già detti prima. Nel complesso sembra una struttura che comunque non può vivere da sola deve sicuramente essere accompagnata da altro per permettere di conoscere nuove persone. Tuttavia per fare questo mancano alcuni elementi come dei sistemi di ranking e di attività di gruppo. La Salmon Run è stato almeno un primo passo, non irrisorio, ma si può osare di più.
Volto: La struttura online è molto limitata, tra sistema di ranking senza senso e mancanza di chat vocale.
El Vando: I punti deboli di Splatoon sono dettati dalla console: la mancanza di poter attivare o disattivare una chat vocale o testuale anche minima in un gioco così è davvero troppo limitante. Non può farsi carico solo la community di far interagire i giocatori.

Un po’ di suggerimenti per chi vuole conoscere il gioco. Fuori dalle competizioni ufficiali marchiate Nintendo, quali iniziative ci sono state negli anni a livello internazionale? Quali sono stati e/o sono i tornei più interessanti da seguire?

Kray: Non giocando più molto al competitivo cito solo qualche torneo come il LUTI (LeagueUnderTheInk), il Paddling Pool, il Morning Coffee. Di tornei da giocare ce ne sono ma di base tutti organizzati dalla community. La community è spesso accesa ma quando vuole creare qualcosa di bello ce la fa e lo fa anche bene. Anche io e Volto abbiamo creato un torneo del quale quest’anno faremo la terza edizione probabilmente. Entrambi gli anni abbiamo avuto un totale di 70 partecipanti e solo italiani. Di tornei ce ne sono di ogni livello e non è difficile accedervi, ma di base serve tanta pratica e sapere l’inglese: in Italia non è facile costituire un team da portare avanti anche perché non siamo tanti rispetto ad altri paesi.
Volto: Attualmente ci sono molti tornei ogni settimana, quindi non c’è momento migliore per cominciare a giocare. Oltre a quelli citati da Kray, per chi vuole iniziare Low Ink e Splatoon Amateur Circuit impediscono ai giocatori più forti di partecipare in modo da creare partite più equilibrate. Tra i tornei più importanti che si sono conclusi più recentemente c’è Transatlantic Splatoon League, che vede sfidarsi team europei e americani, il bimensile Step Up Europe, Grand Graining Grounds e Area Cup.
El Vando: Bisogna giocare e capire cosa si vuole. Se si volete giocare in tranquillità in compagnia c’è la community e ci si può organizzare con altri giocatori. Se volete passare al competitivo, beh, aspettate il 2022 che ne vedremo delle belle!

Che differenze ci sono tra la scena competitiva italiana e quelle di altri paesi come la Francia?

Kray: La situazione è un po’ complicata. La scena in Italia non è molto articolata dato che molte persone hanno ideologie un po’ fuorvianti riguardo agli eSport, soprattutto in Italia. Considerando anche l’interesse più basso che c’è in Italia per Nintendo da parte di gente interessata a giocare competitivo si ha una realtà molto ristretta. C’è difficoltà a creare team per queste mancanze e molti giocatori italiani non sanno bene cosa voglia dire organizzarsi per giocare competitivamente partendo con preconcetti che non sono utili nel gioco e nella costruzione di un ritmo e un team competitivo. Parlando di sponsor al momento in Italia ho solo sentito di famosa azienda di patatine. Spero che con Splatoon 3 la situazione si riequilibri. In altri Paesi europei la situazione è molto più stabile soprattutto in Francia, Inghilterra e Germania. Sono abbastanza convinto che con un maggiore supporto si possa risollevare anche qua in Italia.
Volto: La community italiana è sempre stata molto diversa da quelle degli altri paesi europei. La mancanza di varietà nei tornei non ha permesso la nascita di leghe nazionali, che classificassero tutti i team per divisioni in base alla loro bravura, e personalmente credo che molti giocatori fossero abbastanza inesperti su come ci si dovesse effettivamente allenare come team. Sarebbe bello vedere i giocatori più esperti della community impegnarsi a spiegare alcuni concetti base ai neofiti quando Splatoon 3 verrà pubblicato, magari attraverso mezzi come video di Youtube.
El Vando: La differenza è data semplicemente dagli sponsor. In italia non sono ancora arrivati sponsor che permettano la creazione di campionati e leghe di livello semi-professionistico. Il vento del cambiamento però mi pare stia soffiando nella giusta direzione e nel 2022 mi aspetto molte aziende non endemiche entrare nel mondo esportivo italiano che, per quanto piccolo, non può ignorare la crescita ed i risultati di Splatoon 2 nel corso degli anni. Arriverà anche il modello francese, è semplicemente questione di tempo.

Prima che questa pandemia bloccasse tutto quanto era difficile creare un evento lan o online di Splatoon 2? E quanto pubblico riusciva a portare?

Kray: Non ne ho organizzate ma credo di aver capito alcune criticità. Un evento LAN deve attrarre gente (che gioca e non), rendere l’esperienza divertente e non deve essere arrabattato a livello organizzativo. Nell’ultimo periodo pre-Covid Nintendo non sembra essersi interessata, prima c’è stato qualcosa a cui io personalmente non ho partecipato. Se un organizzatore parla con Nintendo per creare un evento LAN ed esso viene approvato un tweet lo si può fare. Non è facile, però è anche un po’ la struttura sotto questo punto di vista da modernizzare, se ci si vuole approcciare in questo ambito bisogna agire in maniera diversa.
Volto: Non ho mai organizzato una lan quindi credo che questa sia una domanda per Vando. Tuttavia ho dei bei ricordi dell’ultimo evento a Modena, e vorrei che Nintendo riprendesse a organizzare tornei ufficiali in occasioni di fiere come la Milan Games Week.
El Vando: Difficile? No. Nel corso degli anni io e altri pochi “eletti” abbiamo organizzato tornei lan a Milano, Modena, Roma negli ambienti più disparati, dai cinema ai musei (del videogioco) ai club di modellistica. Tutti, nonostante le difficoltà tecniche dovute all’hardware di Switch sono stati conclusi con successo. Non definirei il lato tecnico come facile ma con tanta voglia si riesce a fare tutto. Il pubblico? Il primo streetzone meeting che abbiamo organizzato in assoluto a Modena, con torneo annesso, ha richiamato quasi 50 partecipanti ed 80 persone complessive di pubblico quindi direi molto bene non essendo supportato da null’altro se non la community e la sempre presente Nintendo che ha fornito i premi.

Dopo cinque anni era giusto avere un capitolo totalmente nuovo o sarebbe stato meglio continuare con un maggiore supporto a Splatoon 2?

Kray: Direi che era giusto un nuovo capitolo. Paragonare questo titolo a Smash è molto forzata come cosa, Splatoon per molteplicità di fattori invecchia prima e non c’è molto da fare. Sinceramente ho apprezzato molto il fatto che Nintendo si sia resa conto che un anno di aggiornamenti e due per il supporto annunciati a inizio gioco erano pochi e avrebbero fatto morire il gioco troppo rapidamente, aggiungendo anche il DLC fecero una bella mossa. Un anno di supporto è veramente poco, ricordo ancora nel 2017 e nel 2018 con ansia il mercoledì alle 11 quando refreshavo la pagina di SplatoonJP a ricreazione per sapere se c’erano novità. Per quanto riguarda comparato a Mario Kart che non vede un nuovo capitolo da un bel po’ di anni possiamo discuterne, ma forse è appunto quello il problema, non il fatto che Splatoon esca “troppo di frequente”, sono sempre 4 anni…
Volto: Non credo. Quello di Splatoon è un mondo in costante evoluzione, e se non creassero seguiti non avrebbero la possibilità di proseguire la storia con gli eventi cha accadono dopo l’ultimo Festival e come è cambiata Coloropoli in quel periodo di tempo. Allo stesso tempo ripartendo da zero con Splatoon 3 vedremo una rivoluzione totale del gameplay, delle mappe, e di ogni arma del gioco, cose difficili da ottenere senza un nuovo gioco. Per quanto riguarda gli aggiornamenti, il gioco ha ricevuto nuove armi a un ritmo costante per più di due anni, e tutt’ora gli sviluppatori stanno rilasciando delle patch di bilanciamento, quindi credo che in quell’ambito abbiano già fatto abbastanza.
El Vando: Domanda difficile che mi sono posto anche personalmente dopo l’annuncio. Se il prossimo capitolo dovesse avere le stesse limitazioni hardware e software di questo capitolo secondo me si sarebbe potuto far uscire DLC e tenere l’attuale capitolo. Dato che questo non è accaduto immagino – e spero – che la struttura online e della console siano completamente diverse (e penso alla fantomatica Switch Pro) tanto da non valere più di un corposo DLC.

Cinque novità indispensabili per Splatoon 3

Kray: Un sistema online basato su dei server, non è possibile basare un gioco online in 8 su un sistema peer to peer, non siamo nel 1994 ma nemmeno nel 2047…
Poi: Chat vocale e sistema di comunicazione migliorato, nuove modalità (extra e esterne dal gioco standard (tipo Salmon Run) e genere competitivo), tornei con una certa importanza e più coinvolgimento dei giocatori di ogni tipo sia nel gioco che per gli eventi, è un concetto astratto ma molto importante.
Volto: Questa è facile: chat vocale, server dedicati, armi speciali più rapide e spettacolari, una modalità replay per salvare e rivedere le partite da più angolazioni e, magari, un menu dedicato al mondo competitivo del gioco che permetta di rivedere i tornei più importanti, simile a quella trovata in ARMS.
El Vando: Possibilità d’interazione tra i giocatori, possibilità di salvare localmente i replay come accade per Smash. La novità indispensabile è anche la possibilità di scelta della modalità ranked da giocare. Chi può giocare sempre nella stessa fascia orario dovrebbe fare la stessa modalità sempre? Non è accettabile. Per chi ha familiarità con ARMS, vorrei il medesimo tracciamento delle partite che avviene con quel titolo, in Giappone, con un portale dedicato che raccoglie le statistiche dei giocatori, con determinati armi, in determinati scenari, contro determinati avversari con win rate ed altre stats che sarebbero veramente molto utili sia per lo studio del meta sia per il competitivo in generale. Vorrei che continuasse a esserci una personalizzazione del PG così forte e vorrei rivedere gli Splatfest. Direi che così sarei già contento.

Tre cose che invece dovrebbero sparire

Kray: In primis il sistema peer to peer e ogni cosa correlata ad esso. Per esempio: i ranghi dei giocatori vengono salvati su un server solo per la top 500 da mostrare sull’app ma di base vengono scritti e modificati tra partita e partita sulla console. Poi dovrebbero essere eliminati il più possibile gli sbilanciamenti enormi durante cambiamenti di meta dove persiste una sola arma sgrava in ogni partita, ma il team di sviluppo si concentra solo sul win rate che ha ogni arma nelle partite tra giocatori più forti giapponesi di rango X. C’è poi il telegiornale iniziale. Se non si vuole togliere, si può anche considerare un bottone per saltarlo.
Volto: Prima di tutto la mappa Torri Cittadine, la odiano tutti, non posso sopportare l’idea di vederla ancora una volta. Un’altra cosa che dovrebbe andarsene, o come minimo cambiare, è il sistema di rotazione delle partite classificate. Attualmente è possibile giocare solo una delle quattro modalità competitive alla volta, e questa viene sostituita da un’altra modalità a rotazione ogni due ore in ordine casuale. L’ultima cosa che non può essere in Splatoon 3 è il l’obbligo a dover usare l’arma speciale “Armatura”.
El Vando: Non bisogna far sparire niente ma aggiungere e correggere, come detto precedentemente. Manca poco Nintendo, we believe!

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