Il recente annuncio di un nuovo gioco dedicato a Indiana Jones ha riacceso l’entusiasmo sopito in molti fan dei film e dei videogiochi dell’archeologo più famoso del mondo. Il progetto di Machine Games e Bethesda, anche se al momento ha fornito solo un soggetto, è riuscito a fare breccia nei cuori di tutti concentrandosi su un personaggio reso immortale dal cinema. Un mix di effetto nostalgia e aspettativa legata ai nomi alla base del lavoro e che dovrà quindi muoversi in un delicato equilibrio.
L’aderenza al materiale originale dovrà infatti combinarsi con l’introduzione di novità funzionali al gameplay e alla prevenzione di un effetto dejà-vu. Anche le esigenze legate al concetto stesso di videogioco, che per sua natura deve essere interattivo e coinvolgente, devono essere ben amalgamate con quanto ci si aspetta conoscendo i film di riferimento. In altre parole, non sarà possibile fare tutto quello che faceva “Indy”, così come potremo aspettarci meccaniche di gioco che porteranno il protagonista a compiere azioni impensabili all’interno di un film e inevitabilmente soggette a un minimo di ripetitività.
Comunque andranno le cose, resta il fatto che il rapporto tra film e videogiochi è da sempre molto stretto. Se negli anni passati era più facile il passaggio da pellicola a cartuccia, nell’ultimo periodo è sempre più frequente il processo inverso, anche grazie a giochi dalle trame particolarmente curate, capaci di dare vita a universi unici e con personaggi che si prestano bene al salto al grande schermo (sebbene con esiti quasi sempre fallimentari).
Il rapporto tra film e videogiochi è da sempre molto stretto
La scelta di Bethesda e Machine Games, così come quella di Ubisoft con il suo annuncio di un open world dedicato a Star Wars, hanno però ridato peso alla mossa del tie-in videoludico: uno strumento potenzialmente vitale per tenere vivo il mercato dei videogiochi e anzi utile per rafforzarlo con nuova utenza. Non a caso siamo anche in attesa di un videogioco dedicato ad Avatar, di cui ancora non si sa quasi nulla, a Gollum e al mondo di Harry Potter, e siamo freschi di uscita del recente Marvel’s Avengers. I più attenti ricorderanno anche lo strategico John Wick Hex rilasciato nel 2020 e incentrato sull’omonimo personaggio di Keanu Reeves. Ma gli esempi si sprecherebbero.
Il bacino da cui gli sviluppatori potrebbero attingere per creare giochi ispirati a film è infinito. Al di là dei blockbuster dei botteghini degli ultimi anni, c’è tutto un catalogo di grandi cult che partirebbero con una spinta iniziale fortissima grazie alla loro fama cinematografica. Le tecnologie attuali permetterebbero inoltre di dare giustizia a qualunque idea e di renderci protagonisti delle nostre avventure preferite. Vediamo allora insieme dieci film e altrettanti giochi che potrebbero esserne ricavati. Tanto sognare non costa nulla.
Per un film, anzi per una coppia di film che non hanno bisogno di presentazione come i due Kill Bill, immaginare un videogioco dedicato sembra una banalità. A dire il vero, è quanto meno strano che nessuno ci abbia mai pensato seriamente fino a oggi, perché l’azione, la frenesia e l’intreccio narrativo dei due lungometraggi con Uma Thurman sarebbero oro colato per qualunque sviluppatore. In passato erano emerse voci, mai verificate, di un gioco in lavorazione che sarebbe poi stato abbandonato. La speranza non deve comunque morire.
Per la trasposizione, è quasi scontato immaginare un videogame hack ‘n’ slash, nel quale controllare Beatrix e rivivere alcune delle sequenze più iconiche dei film, senza sconti in fatto di combattimenti, mutilazioni e sangue. Ci sembra già di vedere il tutto in azione, una combinazione di grafica in stile anime come nelle brevi scene presenti nel film e colonna sonora con i brani originali, per ore di gameplay irresistibile. Se ci aggiungiamo potenziamenti e mosse speciali, un sistema elaborato di combo e boss-fight tanto impegnative quanto coreografiche potremmo avere il gioco perfetto. Manca solo l’approvazione di Tarantino…
Con buona probabilità, non esiste un attuale trentenne o quarantenne che non conosca I Goonies e che non senta nascere un sorriso nostalgico al pensiero del loro film. Con tutte le caratteristiche per un perfetto film di avventura per ragazzi, la pellicola del 1985 di Richard Donner è entrata nei cuori dei giovani di allora e continua a farlo con i ragazzini di oggi che hanno occasione di guardarla. Personaggi memorabili come Mikey, Data e Chunk, ma anche il deforme e simpaticissimo Sloth e persino la pasticciona Banda Fratelli sono ben impressi nella nostra memoria, così come le avventure sotterranee di cui erano protagonisti.
In passato, l’operazione di tie-in videoludico de I Goonies è stata fatta, con un gioco per Apple II, Atari 8-bit e Commodore 64. Anche un gioco moderno dovrebbe ispirarsi non solo al film, ma anche al suo periodo di uscita. Nella nostra mente la trasposizione ideale dovrebbe renderlo un titolo con grafica retro, un platform bidimensionale a scorrimento orizzontale nel quale controllare uno dei protagonisti all’interno di livelli ispirati alle scene del film. Si tratterebbe di ideare qualche trappola in più, di arricchire le location con nemici minori di cui sbarazzarsi con la forza o con le invenzioni di Data e di usare la Banda Fratelli per boss-fight di fine livello. Ad arrivare al tesoro di Willy l’Orbo saremo finalmente anche noi…
La trilogia di Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis è uno dei punti saldi della cultura pop cinematografica. La formula dei film, l’interpretazione di Michael J. Fox e Christopher Lloyd, la freschezza di una pellicola che non sembra invecchiare mai e alcune battute ormai diventate memorabili hanno reso Ritorno al Futuro un fenomeno intergenerazionale. Dopo quasi quarant’anni dall’uscita, un eventuale videogioco ispirato al film riscuoterebbe un successo immediato, proprio come se la trilogia fosse fresca di passaggio al cinema.
A dire il vero, alcune proposte videoludiche legate ai film si sono già viste. La più corposa è quella del titolo Telltale Games, Back to the Future: The Game, avventura grafica pubblicata nel 2010 per PC e successivamente sbarcata su console. Quello a cui pensiamo noi, però, è un lavoro più strutturato, un simil open-world nel quale impersonare un protagonista nuovo, che si sposta liberamente all’interno di alcune location chiave e che vive una storia inedita ma intrecciata con quella dei film. Correre sull’hoverboard nel centro di Hill Valley, spostarsi a piacimento tra il 1950, il 1985 e il 2015 per modificare gli eventi e constatarne gli effetti, salire a bordo della DeLorean e incontrare di persona Buford “Cane Pazzo” Tannen è il sogno che renderebbe felice ogni fan…
Il capolavoro letterario di Stephen King e l’altrettanto indimenticabile film di Stanley Kubrick con Jack Nicholson nei panni di Jack Torrance offrirebbero materiale perfetto per un videogioco. Impossibile dimenticare i corridoi inquietanti, silenziosi e labirintici dell’Overlook Hotel, la misteriosa stanza 237, il bar dell’equivoco Lloyd, le cucine, il labirinto di siepi e tutti gli altri luoghi qualunque che l’abilità del Maestro del brivido ha saputo trasformare in posti da incubo.
Un videogioco ispirato a Shining potrebbe configurarsi come un’avventura esplorativo/narrativa che ripercorre le vicende del libro o del film, anche se questo lascerebbe poco spazio di manovra e risulterebbe poco intrigante a livello di gameplay. Molto meglio pensare a una storia alternativa ambientata all’Overlook Hotel, da vivere con visuale in prima persona come negli Outlast o nell’ultimo Resident Evil VII: Biohazard, nella quale sperimentare la progressiva discesa verso la follia e verso l’abbraccio dell’hotel che ha colpito in passato Jack Torrance. L’importante è che ci sia anche la possibilità di agire concretamente, perchè si sa: “All WALK and no play makes Jack a dull boy”…
La saga di Maze Runner comprende ben cinque romanzi e, al momento, tre film a essi ispirati. Il primo film, in particolare, è quello che meglio ricalca gli eventi del libro di riferimento e che presenta le caratteristiche migliori per un adattamento videoludico. Per chi non conoscesse la storia, la si potrebbe riassumere molto sinteticamente come un esperimento che coinvolge un gruppo di ragazzi. Chiusi in un’area piuttosto limitata nella quale convivono dividendosi i compiti per la sopravvivenza, i giovani sono circondati da altissime mura che delimitano un immenso labirinto. Il dedalo è in continua trasformazione ed è popolato da creature terribili. Alcuni ragazzi, detti velocisti, esplorano ogni giorno il labirinto alla ricerca di una via di fuga che sembrano non trovare mai.
Perché non creare un bel roguelike?
Un eventuale gioco dedicato a Maze Runner si inserirebbe bene all’interno del genere roguelike. Partendo dall’area centrale, nella quale selezionare l’equipaggiamento e le abilità sbloccabili di partita in partita, ci si potrebbe spostare nel labirinto per affrontare una serie di livelli generati proceduralmente. A ogni morte si dovrebbe ricominciare, approfittando di alcuni potenziamenti permanenti e sapendo che i livelli saranno sempre diversi dalla volta precedente, proprio come avviene in altri giochi dello stesso genere. Un titolo che non concorrerebbe certo al premio di gioco dell’anno, ma che potrebbe approfittare del traino del romanzo e del film per avvicinare qualche nuovo utente al mondo dei roguelike.
Game of Thrones rappresenta una delle più grandi operazioni nel campo delle serie TV che si ricordi. Il successo della trasposizione cinematografica delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin è diventato un fenomeno di massa. Per tutte le otto stagioni non si è parlato di altro che delle vicende di Westeros ed Essos, di John Snow e Daenerys Targaryen, della famiglia Stark e del doppiogiochismo dei Lannister. Anche se il finale della serie ha lasciato delusi molti dei suoi più fedeli spettatori, non si può fingere che Game of Thrones non sia stato un successo immenso.
Qualcuno aveva sperato, forse ingenuamente, che le prime voci di una collaborazione tra FromSoftware e George R. R. Martin andassero in direzione di una grande opera videoludica ispirata ai libri e alla serie. Esclusa questa possibilità, sarebbe potenzialmente esplosivo pensare a un videogioco ben strutturato ambientato nel mondo di Game of Thrones. Anche in questo caso, esistono diversi esperimenti passati, il più corposo dei quali è da attribuire a Telltale Games, ma siamo ancora lontani da un gioco degno del successo della serie. Pensiamo piuttosto a qualcosa che ricalchi la trasposizione della saga di The Witcher 3: Wild Hunt, mettendoci nei panni di un protagonista delle vicende note ai fan o, ancor meglio, in quelli di un personaggio qualunque che può muoversi liberamente per il mondo creato da Martin e vivere la sua propria storia. Se qualcosa si farà, speriamo sia indipendente da Martin stesso, visti i suoi tempi biblici nella scrittura…
La serie originale incentrata sulla figura di MacGyver, interpretato da Richard Dean Anderson, è quella degli anni Ottanta, di cui la più recente serie TV è un remake. Nell’immaginario collettivo, l’agente della DXS è rimasto per la sua straordinaria capacità di uscire da qualunque situazione spinosa con invenzioni estemporanee. Non importava se MacGyver fosse rinchiuso in una prigione di massima sicurezza o legato a un razzo diretto sulla Luna: se nelle vicinanze c’erano un rotolo di carta igienica e una graffetta lui avrebbe costruito qualcosa capace di toglierlo dai guai.
Poter impersonare il nostro eroe d’infanzia in un videogioco complesso (sembra ne esista uno per smartphone ma non è il caso di citarlo) sarebbe la fine del mondo. Si potrebbe pensare a un titolo strutturato su diverse missioni, proprio come un Hitman, nel quale reperire dalla mappa oggetti utili per il crafting di invenzioni, nel pieno stile del telefilm. Visuale in terza persona, esagerazione a piene mani e riferimenti agli anni Ottanta/Novanta completerebbero la torta. Ci sembra già di sentire la sigla di apertura, mentre stringiamo il controller pieni di speranza…
Torniamo a parlare di Stephen King e a citare un suo capolavoro letterario. Anche chi non ha letto il romanzo di IT, che relegare a storia di genere sarebbe riduttivo, potrebbe aver visto la miniserie degli anni Novanta e i recenti film incentrati sulla figura di Pennywise. In entrambi i casi, riconoscere la grandezza dell’opera e il potenziale che avrebbe a livello videoludico è molto semplice, vista l’immensità dell’universo e della storia creati da King.
A essere onesti, inserire il mondo e le vicende di IT all’interno di una trama originale che non ricalchi quella del libro sarebbe difficile e probabilmente fallimentare. In questo caso sarebbe più indicato un gioco fortemente legato alla storia del romanzo e con meccaniche semplici che non lascino troppa libertà, ma che accompagnino il giocatore in una rivisitazione interattiva degli eventi. Il modello a cui pensiamo è quello della trasposizione videoludica di Stranger Things 3: Il Gioco, uscito per la prima volta nel 2019 e disponibile per diverse piattaforme. Grafica a 16 bit, visuale isometrica, possibilità di passare da un personaggio all’altro e di sfruttare le abilità uniche di ognuno per risolvere enigmi e prendere parte a mini-combattimenti contro Henry Bowers o Pennywise stesso. Inutile dire che qualche bel palloncino rosso come collezionabile farebbe la sua figura…
Non si può dire anni Novanta senza nominare una delle serie più memorabili di quel periodo. Con X-Files il mondo dei casi irrisolti dell’FBI, dei complotti, degli eventi paranormali e dei rapimenti alieni si è trasferito nelle case del grande pubblico. Gli indimenticabili agenti Mulder e Scully hanno lasciato il segno nel panorama delle serie TV e nella memoria di milioni di telespettatori. Non mancano neanche esempi di videogiochi dedicati a X-Files, tra i quali spicca il punta e clicca The X-Files Game del 1998, ma ancora una volta sarebbe ottimo poter godere di un titolo al passo con le tecnologie contemporanee.
Nello specifico, pensiamo a un gioco che ricalchi in parte le meccaniche di L.A. Noire, ma che sia incentrato su casi misteriosi. Una trama di fondo potrebbe fare da filo conduttore tra tutti i misteri su cui si può indagare nel corso dell’avventura, in modo che ogni indagine, ogni interrogatorio e ogni studio degli indizi raccolti ci avvicinino a una verità più grande. La quale potrebbe coinvolgere l’iconico Uomo che fuma, un personaggio chiave della serie che non potrebbe mancare in un tie-in, così come i protagonisti assoluti Mulder e Scully. Forse stiamo solo vaneggiando, ma I want to believe…
La casa di carta rappresenta un altro dei fenomeni televisivi degli ultimi anni. La serie spagnola acquisita da Netflix ha un soggetto a suo modo semplice, ma trattato in un modo innovativo, o comunque capace di soddisfare la fame degli spettatori. Anche alcune scelte artistiche, come le famose maschere indossate dai protagonisti, hanno contribuito in modo significativo a farsi spazio nelle preferenze del pubblico. In ogni caso, riassumendo all’osso la serie parla dell’organizzazione di una complessa rapina, condendo gli episodi con dinamiche interpersonali intrecciate e complesse che condiscono la storia.
Il videogioco perfetto per cavalcare l’onda della serie TV potrebbe essere una sorta di strategico/gestionale. Forti della nostra squadra di rapinatori, ognuno con le proprie caratteristiche e abilità, potremmo essere messi di fronte all’organizzazione di diverse rapine. Selezionando le nostre risorse, utilizzando gadget, studiando gli ambienti in cui fare il colpo e magari intervenendo direttamente sui sistemi di allarme mentre gli eventi si svolgono potrebbe farci sentire parte della banda. Resta solo da decidere quale nome di città darci…
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Qualcuno si ricorda il Game of Thrones RPG dei Cyanide? Purtroppo il gameplay era così così, level design assente e preistorico, ma forse più di tutto era che si parlava veramente tantissimo. La storia tuttavia non era affatto male, era una sorta di prequel della serie/libri e portava agli intrighi sull’assassinio di Jon Arryn. Comunque credibile. Molto bella anche la direzione artistica.