Tempo di Caffè: Antieroe

Empatizzare con chi si oppone al bene

Rubrica di Giulio Baiunco

In una delle puntate passate è stato discusso il valore e la rappresentazione degli eroi nei videogiochi, oggi affrontiamo la figura dell’antieroe, la sua presenza scenica e caratterizzazione nelle opere di carattere videoludico. Negli ultimi tempi il dualismo tra eroe e antieroe sta assumendo sempre più sfumature, cone nella nuova trilogia di Star Wars in cui il personaggio è in conflitto con se stesso e con il credo a cui fare affidamento, non come veniva rappresentato in maniera netta il ruolo Darth Vader/Luke Skywalker. Nei videogiochi l’antieroe viene rappresentato con caratteristiche opposte all’eroe e a volte è il protagonista della storia, tuttavia come si fa a empatizzare con un personaggio simile?

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Se prendiamo il protagonista di God Of War, è possible osservare un percorso che l’ha portato a diventare antieroe. Non ha avuto un’infanzia proprio facile, con l’attacco a Sparta, la cicatrice nell’occhio destro e il fratello che viene portato via dalle divinità. Crescendo, impara a diventare un temibile guerriero, rimanendo un padre affettuoso per Calliope e la moglie Lysandra, che era una delle poche che non lo temeva. Disubbidendo a un ordine di Atena e per errore, uccide la sua famiglia e dal questo momento in poi Kratos non può più tornare indietro: la rabbia accecante e una sensazione di vendetta lo pervade. Il giocatore assume i suoi panni, pronto a far fuori le divinità dell’Olimpo ed è in grado di empatizzare con l’antieroe poiché riesce a proiettare i propri sentimenti umani come la vendetta e l’ira che Kratos prova nei confronti degli dei. Anche Max Payne ha avuto una vita travagliata e non molto dissimile a quella di Kratos: ha perso la famiglia, e adesso vuole trovare i responsabili. Per Max cambiare vita non è semplice e nel terzo capitolo diventare alcolizzato e dipendente dagli antidolorifici è sempre più accessibile. Kratos e Max sono due esempi di antieroi di cui il giocatore può assumere il controllo e prendere parte alle loro vite, ma gli autori ci hanno sommerso di storie e caratteri con passati difficili e valori discutibili.

Vi sono molti antieroi famosi da poter citare come Wario, Agente 47, Marcus di Gears e qualsiasi protagonista di Grand Theft Auto. I videogiochi forniscono la possibilità di farci controllare in prima persona un alter ego, allora perché non mettersi nei panni di chi ha etica e valori magari opposti ai nostri? Siamo stanchi di osservare sullo schermo i buoni che hanno sempre la meglio sui cattivi e non ne sbagliano una, a volte è necessario stare dalla parte di chi a un primo sguardo è nel torto, per poi scoprire che si è subito un trauma o si ha avuto a che fare con un passato difficile. Per il giocatore è fondamentale trovarsi d’accordo con il protagonista, poiché dovranno percorrere un intero viaggio figurato o letterale insieme. Di solito, il legame si crea facilmente poiché l’antieroe non è un vero e proprio malvagio: presenta alcune caratteristiche che lo rendono tale. Tuttavia, in passato può essere stato considerato un eroe o presenta lati e debolezze che lo rendono estremamente umano.

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