Tempo di Caffè: Cross e Trans Medialità

Chiariamo i significati di trans e cross medialità

Rubrica di Giulio Baiunco

Bentornati su Tempo di Caffè, oggi cerchiamo di rendere più chiari i termini trans e cross medialità che assumono sfumature di significato diverse man man che ci spostiamo da Paese in Paese. I videogiochi sono un ottimo mezzo per realizzare storie che sfociano in altri media, che siano espansive o semplici adattamenti. Nel corso degli anni abbiamo potuto osservare la nascita di nuove forme di comunicazione e ciò ha permesso ai grandi editori di spremere al meglio la proprietà intellettuale, tuttavia quale tipologie di strumenti possono usare? Prendete la tazzina, rilassatevi e godetevi la lettura.

Il termine transmediale è abbastanza recente: è stato teorizzato da Henry Jenkins nel 2003. La parole è composta da trans (dal latino <<al di là, attraverso>>) e media (<<mezzo>>). Transmediale sta a indicare al di là del mezzo e si intendono tutte quelle opere che raccontano storie ed espandono il proprio mondo narrativo, di solito narrando storie di personaggi secondari (come nel caso della serie televisiva Breaking Bad con i Minisodes). I prodotti transmediali aggiungono elementi coerenti all’opera principale, mentre crossmediale è un adattamento della stessa narrazione in un media differente. Usato inizialmente nelle pubblicità degli anni ’70, il crossmediale si riferisce a una singola storia su canali differenti (come alcuni videogiochi di Harry Potter tratti da libri e film).

L’obiettivo di un editore è di allungare il più possibile la vita delle proprietà intellettuali e la creazione di prodotti transmediali consente di aumentare il legame con il fan che vuole scoprire in maggior misura la psicologia dei personaggi e continuare a vivere le loro avventure. Pensiamo al fumetto di God of War, ambientato prima dell’arco narrativo dell’ultimo titolo di Santa Monica. Il fumetto di Life Is Strange riprende i finali alternativi: i patiti di quel titolo sentono il bisogno di scoprire <<cosa accadrebbe se…>>. Rovistando nelle opere transmediali non troppo recenti, possiamo trovare il cortometraggio che racconta del padre di Ezio Auditore e la nascita di quest’ultimo: uno dei personaggi più amati da tutti i fan di Assassin’s Creed. Sicuramente la trasposizione inversa, da videogioco a film per esempio, non funziona quasi mai. Abbiamo assistito a casi cinematografici disastrosi, di solito perché sono opere crossmediali, non riuscendo ad accontentare chi ha già vissuto le stesse avventure nell’opera principale. I prodotti transmediali si rivolgono sicuramente a una nicchia di persone, tuttavia quest’ultime saranno più propense a prendere nuovamente parte a universo che in precedenza li ha appagati.

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