Tempo di Caffè: Nostalgia

Il dolore del ritorno a un'infanzia ormai perduta

Rubrica di Giulio Baiunco

L’etimologia della parola nostalgia ha un’origine piuttosto curiosa. Nonostante derivi dalle parole greche “nóstos” e “álgios” , il termine che sta a indicare letteralmente il dolore del ritorno è stato coniato nel 1688. La nostalgia viene identificata come un sentimento che dona conforto, in special modo nei momenti di transizione tra un’età e un’altra. Per esempio, i ricordi di un’infanzia ormai andata e mai più recuperabile ci provocano dolore e, allo stesso tempo, ci riportano indietro momenti di felicita. Diventa estremamente facile buttarsi a capofitto in ricordi del passato relegati ai momenti in cui prendevamo in mano il pad e i videogiochi risultavano un mezzo estremamente affascinante. Oggi ci risulta praticamente impossibile provare le stesse sensazioni.

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Di certo è sensazionalmente curioso come la nostalgia unisce i giocatori casual con chi si trascina questa passione ancora oggi. La generazione dei neo adulti di oggi si trascina dietro un passato fatto di esperienze videoludiche con PlayStation 2 e Nintendo Wii, le vendite delle due console ci indicano che facevano parte del salotto di molti italiani. Riportare indietro i ricordi offuscati come quando nostro padre faceva una partita a Mortal Kombat su Nintendo 64 o chiudevamo il maggiordomo di Lara Croft nella cella frigorifero ci fornisce momentanee sensazioni di felicità. I legami di connessione a questo periodo ci sembrano non più raggiungibili e le considerazioni nei confronti del mezzo come qualcosa di infantile ci hanno fatto smettere di ricadere in questo mondo immaginifico. La nostalgia può e deve essere apprezzata, riportare alla memoria certi ricordi sollecitano la nostra felicità, tuttavia è deleteria nel momento in cui cerchiamo di sentire esattamente ciò che provavamo nel passato, poiché è impossibile vivere due volte un’esperienza.

Battere nuovamente la Lega Pokemon non sarà più come la prima volta. Ognuna delle esperienze passate è unica e difficilmente affioreranno le stesse sensazioni. Ricordare qualcosa di estremamente lontano è vitale per capire il passato e agire nel futuro, di certo riuscendo a godere del presente. Anche se volessimo riportare indietro le emozioni provate durante le partita con vecchi platform 3D, di piattaforme innovative come EyeToy o Kinect è del tutto inutile: sarà sempre diverso. I publisher speculano sui nostri dolci ricordi riesumando vecchie glorie che pur sappiamo non riusciranno mai a riportarci bambini. Occorre vivere qui e ora e godere delle nuovi titoli che possano farci sentire qualcosa che sia adatto alle corde dell’età adulta per poter costruire sensazioni ed emozioni di cui proveremo nostalgia negli anni a venire. Giocate Death Stranding, attendente con ansia Cyberpunk 2007 e godetevi Dreams. Di certo sarete cresciuti e con voi le vostre emozioni, ma è tempo di provarne altre.

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