Tempo di Caffè: Priorità

Seguire l'istinto o la ragione?

Rubrica di Giulio Baiunco

Bentornati su Tempo di Caffè, nella puntata precedente abbiamo analizzato il problema delle liste e accumulo di titoli da giocare. Oggi proviamo a fare due chiacchiere sui momenti da dedicare alla nostra passione, quanta priorità dobbiamo dargli? In un epoca in cui andiamo sempre di fretta è difficile bilanciare la vita lavorativa, sociale e le proprie passioni. La domanda fondamentale da porci è chi dovremmo seguire: l’istinto o la ragione?

Dopo che abbiamo placato i nostri acquisti, decidiamo di metterci davanti alla console (o PC) per fare esperienza di un’opera. Ma si sa: i videogiochi occupano un sacco di tempo. Prendiamo una campagna di un gioco in singolo, la sua durata di solito supera le dieci ore, quindi è necessario dedicarcisi e scandire il tempo su più giorni. Tuttavia non si tratta di “trovare il tempo”, ma di dare priorità. Rinunciare a qualcosa per seguire il piacere umano quale la creatività l’entusiasmo per farci stare bene. Proviamo a capire lo stato d’animo durante le sessioni di gioco e replicarlo se necessario. Mettere in atto l’utilizzo del tempo una volta che lo si è organizzato è veramente complesso poiché non dipende solo da noi anche da altri fattori e persone. Se solo si potesse tornare indietro soffiando su un’Ocarina…

Organizzare e gestire il tempo è sempre stata una prerogativa dell’uomo moderno per poter soddisfare i bisogni personali e lavorativi. La soluzione utopica è di far sempre ciò che ci far stare bene, purtroppo nella struttura societaria odierna ciò non è possibile. Il consiglio che posso dare è di provare a vivere seguendo l’eros nei limiti del possibili. Bisogna pure tenere conto del fatto che, a differenza di altre tipologie di intrattenimento, la passione videoludica è davvero ardua da mantenere, poiché richiede ore e ore (senza considerare i titoli in continua uscita ogni mese). Però senza rendercene conto spendiamo troppi momenti della nostra vita in distrazioni che ci fanno stare male, ma di cui non ne siamo consapevoli. Sarebbe più opportuno porsi delle domande quando si occupa il tempo in determinate attività e chiedersi come ci fa sentire e se vogliamo ancora replicarlo. Se la passione è talmente forte cosa vi impedisce di perseguirla? In una società che opprime i nostri bisogni e in cui siamo prigionieri dell’eccessivo sviluppo, non ci rimane che agire sulla nostra soddisfazione personale, senza ledere il prossimo e mantenendo un ordine civile.

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