Videogames e salute oculare

I videogiochi fanno bene o fanno male alla vista?

Rubrica di Francesco Margheriti

Abbiamo parlato di scienza che si occupa di capire perché e per come il videogiocare possa influenzare un aumento di peso poco salutare nei ragazzini, abbiamo visto come, allo stesso tempo, l’esistenza degli “exergames” o videogiochi con movimento possano aiutare nel dimagrimento e nella coordinazione, oggi , invece, parliamo di occhio e salute oculare.

Da sempre si è associato il concetto di videogioco, o ore passate vicine ad uno schermo, con i problemi legati alla salute oculare.

Passare tante ore, troppe, con un pad in mano e con la vista focalizzata su uno schermo (dal tubo catodico ai moderni 4K HDR) si pensava potesse rovinare quell’organo delicato che è quasi fondamentale alla vita così come la intendiamo, l’occhio.

Taluni medici sostengono che videogiocare porta ad avere gli stessi problemi oculari che passare tante ore davanti ad un monitor per guardare la televisione. Hanno potuto notare che la % di soggetti che hanno o sviluppano difetti visivi è identico, anche se le generazione cambiano e la tecnologia avanza, con il passare degli anni.

I sintomi descritti da chi passava molte ore a guardare la televisione col tubo catodico sono gli stessi di chi ora passa molte ore a giocare con pad alla mano. Fra questi, mal di testa, vista sfocata e, se non si effettuano frequenti pause, casi di miopia.

Prolungate sessioni con i videogiochi possono portare alla comparsa della CVS, la così detta Computer Vision Syndrome, problematica originariamente legata al mondo lavorativo con il PC, caratterizzata dalla presenza di visione sfocata, occhi irritati, sensibilità alla luce e dolori al collo e alle spalle. I problemi legati alla vista sono comunque legati alla modalità di invio dell’immagine , alla tecnologia ancora non del tutto perfetta da questo punto di vista che, come detto qualche riga sopra, presenta sempre gli stessi problemi a distanza anche di decadi.

Naturalmente, per ovviare a tali problemi, i suggerimenti da prendere in considerazione ci sono e sarebbero anche di facile attuazione.

  • La distanza dallo schermo del televisore dovrebbe andare da un minimo di 1.80mt ad un massimo di 3mt; i monitor del PC dovrebbero avere invece la possibilità di attivare dei filtri per evitare e/o ritardare la comparsa di stanchezza oculare, con la parte superiore che dovrebbe essere a livello delle pupille.

  • Molti specialisti consigliano di prendere pause ogni 20-30 minuti, guardando in lontananza, magari focalizzandoci su oggetti lontani una decina di metri.

  • Bisogna giocare in ambienti che non portino alla comparsa di bagliori sullo schermo, quindi bisogna saper regolare le luci della stanza ed evitare il riflesso delle finestre sullo schermo.

Anche la nutrizione, come sempre, vuole la sua parte… Di seguito trovate una lista di nutrienti e sostanze (non tutti, magari un giorno faremo un articolo a tal proposito)  che potrebbero allungare la salute dei vostri occhi:

  • Vitamina A: carote, verdure e frutti gialli e rossi, potrebbero aiutare la salute della vostra retina e allungare la capacità dell’occhio di resistere all’inesorabile avanzare del tempo.

  • Luteina: utilissima contro la comparsa di cataratta e degenerazione maculare; anche questa sostanza la si trova in abbondanza nella frutta e nella verdura di colore giallo e rosso.

  • Selenio: questo minerale aiuta il corpo ad assorbire meglio le sostanze prima elencate e lo troviamo nella frutta secca e nei prodotti di origine marina.

Naturalmente l’impegno della scienza nel capire perché una cosa può nuocere alla salute di un soggetto, porta anche a capire come quel determinato “cattivone” possa invece aiutare il soggetto in questione e, nel caso dell’utilizzo del videogame in campo oculistico, di studi e proposte ce ne sono tante.

Si è potuto notare che il soggetto giovane riesce a sviluppare maggiormente le abilità riguardanti la coordinazione occhio-mano se passa del tempo a giocare in età pediatrica. I giochi d’azione portano a sviluppare maggiore capacità di attenzione per i dettagli e maggiore facilità di messa a fuoco.

Un’altra caratteristica positiva è il fatto che giocare in età adulta permette all’occhio di rallentare quel processo fisiologico che prevede un abbassamento della capacità di messa a fuoco dell’immagine e la capacità di cogliere i contrasti su sfondi molto colorati.

Altra nota positiva, e non ultima, è il fatto che giocare in età adulta rappresenta maggiori benefici in chi guida di notte, portando ad avere un occhio maggiormente allenato. Questo è stato provato dall’Università di Rochester, dove sono stati, appunto, studiati gli effetti dei videogiochi d’azione su varie fasce d’eta. Gli studiosi che hanno partecipato allo studio in questione sono fermamente convinti che il mezzo videoludico sarà presto utilizzato come trattamento terapeutico, soprattutto in quei casi in cui una persona ha subito un intervento chirurgico ad un occhio o deve cominciare ad indossare delle lenti.

Una delle patologie maggiormente diffuse a livello oculistico in Italia e nel mondo è quella dell’amblopia, o occhio “pigro”.

Tale situazione porta una persona ad avere un occhio meno performante dell’altro, situazione che può essere corretta (o almeno ci si prova) in età infantile con l’utilizzo di bende sugli occhi o, in età adulta, con eventuali interventi chirurgici.

Bene, a proposito di questa situazione, si è potuto notare che giocare ad FPS porta ad un miglioramento del 30% rispetto a chi non gioca o non fa questo tipo di attività. Giocare un FPS permette alla muscolatura dell’occhio di migliorarsi perché l’occhio e il cervello devono rispondere a stimoli rapidi, come appunto solo un FPS richiede.

Da questi studi si evince anche, come confermato nell’articolo sull’obesità (qui), che giocare di notte è controproducente per quanto riguarda i nostri bioritmi, perché la luce blu emessa dagli schermi e dai monitor va a modificare il nostro ritmo circadiano.

Ma i produttori di videogiochi come si stanno comportando a riguardo? Questi studi vengono recepiti come meri a se stessi o vengono, in qualche modo, presi in considerazione?

Ubisoft, come ormai noto, ci tiene alla nostra salute, quindi ha pensato di investire e sviluppare in merito.

In collaborazione con Amblyotech ha creato un videogioco con l’obiettivo di trasformare il media videoludico in eventuale trattamento terapeutico, Dig Rush. Alla base del gioco abbiamo un software della McGill University, concesso in licenza ad Amblyotech.

Invece di allenare solo l’occhio pigro, come prevede il trattamento classico, Dig Rush permette di allenare entrambi gli occhi contemporaneamente, in maniera tale da allenare anche il cervello nel campo dell’acutezza visiva.

Vengono utilizzati degli occhiali stereoscopici, regolati da un medico, e a schermo vengono fatti scorrere oggetti rossi e blu, percepibili tramite appunto gli occhialini 3D.

Dai vari trials e test condotti con Dig Rush si è arrivati all’idea di brevettare tale sistema presso la FDA come utilizzabile in campo medico e commerciabile come strumento medico.

La risposta non è ancora giunta, Ubisoft sta ancora aspettando tale autorizzazione ma già possiamo parlare di successo.

Se la FDA non dovesse concedere tale “onorificenza”, non sarà una sconfitta comunque.

I medici negli Stati Uniti conoscono gli studi, conoscono il gioco e spesso lo utilizzano nei propri ambulatori privati spiegando poi ai genitori dei bambini come continuare il trattamento anche a casa.

Inoltre sempre più centri di ricerca ed università cominciano e continuano a vedere il videogioco come oggetto di studio non da denigrare ed affossare ma, finalmente, da rivalutare e utilizzare per la nostra salute.

E’ uno dei media più potenti e fruibili al momento, quindi perché non approfittarne?

– Stimulus- and goal-driven control of eye movements: action videogame players are faster but not better; Atten Percept Psychophys. 2014 Nov; Heimler B1, Pavani F, Donk M, van Zoest W.

– Binocular treatment of amblyopia using videogames (BRAVO): study protocol for a randomised controlled trial; Trials. 2016 Oct 18; Guo CX1, Babu RJ2, Black JM1, Bobier WR2, Lam CS3, Dai S4, Gao TY1, Hess RF5, Jenkins M6, Jiang Y6, Kowal L7, Parag V6, South J1, Staffieri SE7, Walker N6, Wadham A6, Thompson B8,9; BRAVO study team.

– Relieving the attentional blink in the amblyopic brain with video games; Sci Rep. 2015 Feb; Li RW1, Ngo CV2, Levi DM1.

 

 

 

Ci sono 1 commenti

Moriet_Riberick

Non si smette mai di imparare. Convinto che questo articolo confermasse che, tu lo voglia o no, la tua vista se ne andrà a quel paese senza darti scampo, in realtà scopro che alcuni videogiochi sanno anche aiutarti se usufruiti con i dovuti criteri. Davvero interessante. 😉🍻

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