Videoproiettori 4K HDR, una valida alternativa per giocare?

Quello che c'è da sapere su un prodotto accessibile e in grado di rivaleggiare con le moderne TV

Speciale di Iacopo Risi

Esistono valide ragioni per prendere in considerazione la scelta di un videoproiettore per un’esperienza videoludica o Home Cinema. Innanzitutto è necessario sgombrare la mente dall’immagine riguardante disagevoli e rumorosi cassoni dalla qualità visiva adatta solo a conferenze aziendali. Negli ultimi anni, mentre la maggior parte di noi utenti era indaffarata a calibrare le proprie Smart TV 4K o a sfogliare volantini in attesa di interessanti offerte per una TV OLED, i videoproiettori sono usciti dallo status di prodotto di nicchia relegato ai soli cinefili ed il mercato ha ampliato il catalogo con prodotti per ogni evenienza e disponibilità. 

Vi sono innanzitutto dispositivi che dispongono di feature di tipo Smart e connessioni Wi-Fi e inoltre, a fianco dei tradizionali Cinema/Home Theatre, ci sono modelli specifici per i videogiochi, i cosiddetti Gaming Projector.

Il principale motivo per la scelta di un videoproiettore rispetto ad una TV non lascia troppo spazio all’immaginazione: la possibilità di ampliare le dimensioni visive, oltre ad una maggior facilità nell’adattare o spostare l’esperienza in altre zone domestiche o in altri luoghi, rendono questo prodotto appetibile per chi cerca un’immersività che va oltre la mera qualità visiva. Appaiono quindi inevitabili alcuni compromessi per quanto riguarda brillantezza e contrasto, difficilmente comparabili con una TV a parità di prezzo, anche con occhi poco allenati. Tuttavia, come vedremo, il gap con i pannelli televisivi si è notevolmente ridotto.
Analizziamo quindi le principali caratteristiche di questi prodotti e cosa è necessario considerare per un eventuale acquisto.

Luminosità e contrasto

Come noto, la luminosità è una delle caratteristiche chiave da mettere in conto in fase di acquisto di un prodotto di riproduzione video. In particolare, è necessario prendere in esame la quantità luce che un videoproiettore è in grado di riflettere su una superficie. Questo parametro, misurato in Ansi Lumen, deve tener conto di numerosi fattori esterni, come la luminosità dell’ambiente, la distanza e le dimensioni scelte per la proiezione. Per ambienti sufficientemente bui si può restare al di sotto dei 1000 Lumen, che rappresentano già un valore ottimale per un giocatore. Per ambienti esterni o particolarmente esposti a fonti luminose occorre valutare su fascia compresa tra 1000 e 3000 Lumen. Questo valore, ovviamente, influenza sensibilmente il prezzo del prodotto.

Del significato e dell’importanza del rapporto di contrasto abbiamo parlato più volte durante i passati approfondimenti sulle TV. Ma, a differenza di quest’ultime, questo parametro è spesso riportato tra le specifiche di un proiettore, talvolta presente con la dicitura “contrast ratio”. Un valore pari a 10000:1 significa, ad esempio, che i bianchi sono 10000 volte più luminosi di un nero. È cosa ormai arcinota che più è alto questo valore, più l’immagine risulta vivida e ricca di dettagli. Solitamente un entry-level si attesta sui 3000:1-5000:1. Per valori inferiori si potrebbe altresì rientrare nella fascia dei cosiddetti Mini Proiettori, economici e maneggevoli fratelli minori, più indicati per la riproduzione di contenuti di meno pretese, come i giochi mobile.

LCD vs. DLP

Le tecnologie in gioco nel mercato dei videoproiettori sono sostanzialmente due e, lo diciamo subito, qualitativamente non è possibile decretare un vincitore assoluto, soprattutto quando si parla di sistemi di fascia media o inferiore. Entrambe presentano pregi e difetti differenti e talvolta diametralmente opposti. La veterana tecnologia ad LCD non si discosta nella sostanza dalla controparte TV: minuscole celle a cristalli liquidi riflettono immagini tramite una fonte luminosa, in questo caso una speciale lampada. La distribuzione delle celle è solitamente ripartita su tre pannelli, uno rosso, uno verde e uno blu, che proiettano su di un prisma, a cui spetta il compito di generare il fascio di luce RGB. Negli ultimi anni sono spuntati anche modelli che equipaggiano un ulteriore quarto pannello per migliorare la resa cromatica.

La rivale DLP (Digital Light Processing) è basata su un chip, denominato Digital Micromirror Device (DMD), costituito da un array di milioni di microspecchi in grado di riflettere luce. Tra il DMD e l’obiettivo è posta una ruota semitrasparente divisa in tre zone attraverso le quali filtrano i tre sopraelencati colori primari. L’altissima velocità di rotazione del disco provvederà alla corretta riflessione dell’immagine.

A parità di prezzo/fascia, un videoproiettore LCD mostra immagini più nitide ed una dinamica dei colori più ricca rispetto a una soluzione concorrente. I suoi punti deboli risiedono principalmente nella visione dei neri, spesso tendenti al grigio, e il rapporto di contrasto. Carenze che invece rappresentano i punti di forza della tecnologia DLP a scapito di colori meno vivaci.

Il principale difetto dei proiettori DLP è legato al cosiddetto “effetto arcobaleno”, una sorta di flash o aloni rossi, verdi e blu in presenza di zone in movimento ad alto contrasto; ciò è causato dalla sovrapposizione dei colori in rapida successione, a differenza degli LCD in cui i tre colori vengono proiettati all’unisono attraverso il prisma. Ma a quanto pare questo problema è stato generalmente superato e già in passato il fenomeno risultava critico solo ad un numero ridotto di persone, magari dall’occhio ben allenato.

Al di là dell’esperienza visiva i proiettori DLP risultano meno ingombranti, più facili da gestire ma tendono a essere più rumorosi degli LCD. Naturalmente la vostra scelta dovrebbe ricadere sulle caratteristiche che più sono gradite, anche se tendenzialmente i DLP vengono indicati come prodotti più performanti, soprattutto in fascia alta. In questo caso la tradizionale ruota cromatica viene spesso sostituita da un modello RGBRGB, sistemi a velocità doppia o DMD a tre chip.

Sarà vero HDR?

Con l’arrivo dei videoproiettori 4K non potevano mancare, come per le TV, i modelli con il bollino HDR-ready. Ma stiamo parlando dello stesso principio di funzionamento dei pannelli televisivi? In merito al quesito, troviamo un interessante approfondimento sul sito di BenQ, uno dei principali produttori di videoproiettori sul mercato. La risposta è sostanzialmente sì, ma con qualche riserva non proprio trascurabile.

In primis, le specifiche HDR sono state pensate per le TV e vanno in contrasto con le caratteristiche fisiche dei sistemi di proiezione. Questo standard definisce, ad esempio, un parametro assoluto di brillantezza, che mal si adatta a un dispositivo che consente di variare dimensioni di visualizzazione e distanza dalla superficie riflettente. Inoltre queste proprietà influiscono non poco sulla dispersione del segnale luminoso, rendendo impietoso il confronto con un buon apparecchio TV.

È possibile migliorare questo problema orientandosi verso prodotti professionali che sostituiscono la tradizionale lampada o i LED con una sorgente luminosa a laser, ma in questo caso i prezzi tendono a lievitare. Insomma, lo abbiamo capito, per questi prodotti la luminosità rappresenta il vero Tallone di Achille.

Per controbilanciare questa lacuna i videoproiettori si affidano invece alla tecnologia Wide Color Gamut (WCG). Sebbene siano tecnologie a sé stanti, la combinazione di HDR e WCG contribuisce al notevole salto generazionale offerto dall’UltraHD. Se il primo arricchisce il range dinamico, il secondo arricchisce lo spazio colore raggiungendo il 97-99% della gamma colori percettibile nel mondo reale. Questa spinta cromatica, oramai implementata nella stragrande maggioranza di contenuti codificati in HDR, è la tecnologia chiave per portare l’effetto cinema in ambiente domestico. Ma, anche in questo caso, fuori dall’ambito professionale, dove i prezzi partono da 5000 euro, il risultato complessivo non può comunque competere con un buon pannello televisivo.

Videoproiettori da gaming: caratteristiche e le migliori marche

Oltre alla qualità visiva, sappiamo bene quanto l’input lag rappresenti un requisito fondamentale per un giocatore. I videoproiettori da gaming si distinguono principalmente dai modelli tradizionali proprio nella riduzione dei tempi di reazione.

Si possono trovare prodotti a prezzi abbordabili che offrono input lag al di sotto dei 50ms ma anche pezzi che raggiungono i 16ms e refresh rate da 120Hz sono disponibili sul mercato a cifre ragionevoli. L’uso di un prodotto non specifico potrebbe invece risultare invalidante anche per il giocatore meno smaliziato ma comunque abituato all’uso di una TV.

Concludiamo con qualche consiglio per gli acquisti: sconti promozionali a parte, per un modello 4K con le caratteristiche sopra elencate in termini di luminosità, contrast ratio, input-lag e refresh rate si possono trovare interessanti prodotti di fascia media compresi tra 800 e 1500 euro.
Tra le marche più accreditate per videoproiettori da gaming, oltre alla sopracitata BenQ e alcune major già operanti nel settore delle TV, come Sony, LG e Samsung, si segnalano le marche Optoma, Epson e JVC.

Tuttavia non tralascerei la fascia entry-level, soprattutto per chi cerca un impianto secondario, magari collocato in camera da letto, all’esterno o altra abitazione, senza dover spendere cifre importanti. Ma fate attenzione alle numerose marche semisconosciute operanti a livelli budget, poiché le brutte sorprese sono sempre dietro l’angolo, soprattutto quando si parla di rumore e surriscaldamento.

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